L’oro è un metallo prezioso soggetto a fluttuazioni che ne determinano il valore di mercato.
Questo meccanismo è regolato e quindi deciso dal Fixing di Londra, un organo composto dalle cinque banche più importanti della città, che decidono congiuntamente un prezzo. Quest’operazione è svolta due volte al giorno e precisamente alle 10.30 del mattino e alle 15.00 del pomeriggio, ora di Londra.
Il dato che è diramato è utilizzato poi in tutto il mondo, quindi un’unica quotazione valida sino alla successiva e per tutti i mercati del pianeta. Questo tipo di valutazione è però riferita esclusivamente all’oro nella sua nuda forma, e non per gli oggetti, monili, gioielli prodotti di questo metallo.
A chi spetta quindi la valutazione degli oggetti d’oro che decidiamo di vendere presso i compro oro? E’ soggettivo, ogni commerciante, decide in maniera del tutto autonoma, senza basarsi oggettivamente su nessun valore che possa essere un riferimento per la clientela.
Questo lascia ovviamente qualche dubbio lecito, sull’effettiva corrispondenza del valore di quanto si decide di vendere e di quanto obiettivamente s’incassa. L’oro, quotazione complicata? Non proprio, non sempre almeno. Ci si può avvalere di alcuni semplici regole, che saranno sufficienti, a essere certi di vendere al giusto prezzo.
Vediamo per punti cosa è meglio fare prima di vendere:
1. Pesare l’oro
Può sembrare un suggerimento banale, ma non lo è affatto. Molte persone si recano presso i compro oro e non sanno a quanti grammi ammontano i gioielli da vendere. Serve, non tanto per saggiare la bontà del compratore, piuttosto è un dato da usare come contraddittorio nel caso ci siano effettivamente notevoli discordanze.
2. Ricerca di mercato
Informarsi e chiedere. Recarsi personalmente presso più punti vendita, magari nella stessa zona in cui si abita. Questo permette di farsi un’idea sulla valutazione rilasciata da più operatori, scegliendo ovviamente chi, in effetti, offre di più. Non è tanto importante la quotazione al grammo, quanto il totale dell’insieme che spesso è un metodo più conveniente di vendere.
3. Documento d’identità
La serietà di un compro oro si denota anche dal rispetto delle regole. Chi compra è tenuto a richiedere il documento d’identità di chi vende e il codice fiscale. Questo serve per la registrazione della transazione. Un operatore che non ottempera a questa norma, non solo sta commettendo un errore sanzionabile, ma manca di affidabilità, sempre necessaria soprattutto in questo settore. E’ importante sapere che una volta registrata la vendita, l’oggetto deve essere tenuto a disposizione per 10 giorni prima di essere fuso. Questo per permettere eventuali controlli da parte delle Forze dell’Ordine. A vendita conclusa al venditore non sarà necessario rilasciare alcuna ricevuta, perché l’annotazione sul registro attesta la compravendita ufficiale.
4. Pagamento in contanti
Se siete tra i fortunati a poter vendere oggetti d’oro per un valore superiore ai 1000 euro, sappiate che esiste una legge detta di anti-riciclaggio, rigida in materia di pagamenti in contanti. La soglia che non si può superare è di euro 999,00. La cifra eccedente tale importo, sarà pagata dal compro oro attraverso bonifico bancario, trasferimento postale, moneta elettronica, ma in nessun caso potrà essere pagata a vista.
Bisogna quindi diffidare di quegli operatori che pretendono di pagare subito e in contanti l’intera cifra. Può sembrare un comportamento bizzarro rifiutare, ma in realtà è una tutela e soprattutto si rispetta la legge. Per concludere, la serietà dell’operatore è l’imprescindibile base sulla quale basare la propria scelta prima di vendere anche un solo grammo d’oro.