Quando si parla di metalli preziosi, la mente corre inevitabilmente all’oro e all’argento perché fin da piccoli ci siamo abituati a conoscerli e a considerarli come materiali preziosi e capaci di dar vita a splendidi oggetti se lavorati da abili artigiani orafi.
Se superiamo tuttavia l’apparenza, quello che è parte del patrimonio di conoscenze comuni, assimilate ormai dalla nostra tradizione, possiamo renderci conto facilmente di quanto poco conosciamo in effetti uno dei due, l’argento.
E’ davvero soltanto il fratello minore del più rinomato oro?
No e un salto nella storia può aiutarci a capire perché.
L’argento fa parte della vita dell’uomo da millenni e le date precise relativi alla sua scoperta sono ovviamente andate perdute nell’oblio dei secoli passati.
Di certo venne scoperto e utilizzato per la prima volta dai Sumeri che, non solo lo utilizzarono quale materiale da lavorazione, ma gli riconobbero, un po’ come avviene ancora oggi, una valenza sociale.
L’incontro con questo metallo è stato sicuramente casuale e l’aver riconosciuto in quella scura massa informe che si trovarono di fronte, un così nobile elemento, è di sicuro un merito di questa antica popolazione.
L’argento infatti, a differenza dell’oro, si estrae da composti con altri metalli, con cui si lega grazie all’azione comune esercitata dallo zolfo.
Fu probabilmente durante il processo di fusione del piombo che l’argento venne per la prima volta alla luce, dando il via ad una storia affascinante e millenaria.
Nel corso dei secoli, l’argento è stato adibito ai più diversi usi: come materiale da lavorazione, per il conio di monete, per la forgiatura di suppellettili eleganti e raffinate, di gioielli splendenti e per l’arredo delle camere funerarie, grazie alle qualità che da sempre gli sono riconosciute.
Dal punto di vista chimico, l’argento è un elemento duttile e, come tutti i metalli nobili, è in grado di legarsi ad altri elementi, principalmente altri metalli.
La sua naturale morbidezza lo rende materiale perfetto per infinite lavorazioni e ne ha fatto elemento pregiato scelto molto spesso dagli artigiani orafi per le loro creazioni.
A differenza dell’oro, la cui eccessiva morbidezza lo rende inutilizzabile tal quale per la creazione di gioielli e simili, l’argento può ben essere lavorato nella sua forma più pura (con titolatura pari a 999 millesimi), anche se si ricorre frequentemente a titolature inferiori. Sul mercato italiano, ad esempio, sono frequenti i monili in argento 880 o 800 millesimi.
Sebbene ancora oggi siano molto apprezzati i gioielli, i manufatti e gli oggetti d’arredamento il argento, quello orafo non è l’unico impiego di questo strabiliante metallo, dato che anche l’industria ne apprezza particolarmente le proprietà e la grande capacità di condurre corrente.
Proprio questa sua duplice utilità, è alla base della continua crescita di valore che l’argento registra sui mercati,indifferentemente dal periodo economico di riferimento: anche di fronte ad una fase di destabilizzazione come quella attuale e pur non essendo considerato al pari dell’oro come bene rifugio, la domanda non accenna mai a calare, trainata in fasi alterne dalla richiesta industriale e dal manifatturiero.
Oggi come ieri quindi, essere proprietari di oggetti in argento significa non solo possedere splendidi manufatti, ma anche essere titolari di una ricchezza salda e di facile smobilizzo.
Il mercato dei metalli usati, o meglio lavorati, infatti comprende tutti i metalli preziosi, compreso l’argento, che può essere facilmente venduto ai professionisti del settore, con un conseguente guadagno davvero degno di nota.
Per verificarlo è sufficiente dare uno sguardo ai siti di settore, in particolar modo a quelli allestiti da noti brand di Compro Oro e Banco Metalli.
Già dalla home page dei più rinomati, è possibile valutare il proprio oggetto in argento in base alla quotazione aggiornata registrata sui mercati, semplicemente selezionandone peso e titolatura.
Se il valore mostrato è interessante, è oggi possibile bloccarlo, ovvero fotografarlo all’istante della valutazione per non subire le conseguenze di un eventuale calo dei mercati.
Questa pratica funzione, chiamata “blocco del prezzo online“, tiene fermo il prezzo per 24 ore, entro le quali sarà possibile ricevere quanto indicato, semplicemente recandosi in un punto vendita fisico associato al marchio, portando con sé, oltre ai documenti di identità, il certificato di prenotazione stampato.